Consci che in questo periodo drammatico del nostro paese stiamo vivendo il sovrapporsi di differenti crisi, tutte generate dall’errato modello di sviluppo capitalistico è nostra ferma intenzione proporre e dibattere alcune soluzioni tese a fermare i “mostri della modernità usuraia e capitalista” che vogliono distruggere la nostra Nazione. La crisi della famiglia come manifestazione del totale fallimento del capitalismo ha consolidato la totale distruzione di una nazione partendo proprio da ciò che dovrebbe essere la sua base.

Il disfacimento della famiglia ha generato la più problematica delle crisi, quella demografica, che ci ha reso una nazione sterile, e dove per esempio interi paesi rurali vivono solo delle pensioni degli anziani.
Diversamente nella nostra visione sappiamo bene che per costruire una grande nazione abbiamo bisogno di una solida famiglia dalla quale partire. Oltre a questo si è creata una spaventosa disoccupazione giovanile che dobbiamo abbattere con ogni mezzo. E’ assurdo che un paese faccia lavorare gli anziani mentre i giovani rimangono impossibilitati a costruirsi un futuro.

A fronte di queste problematiche l’Italia necessita il cambio totale di paradigma. Il modello di improduttività e sterilità urbana va radicalmente cambiato con un modello rurale, per questa motivazione l’Italia ha la necessità di seminare la sua gioventù migliore a difesa delle generazioni future. Si potrà ritornare a celebrare il lavoro di campagna nella sua bellezza solo quando sarà spazzata via l’usura che grava sul cittadino nella forma di tassa e di debito.

1.A favore di tutti i rurali attuali che svolgono attività in forma diretta o cooperativa:

a)Abolizione di ogni tassa che grava su terreni e case adibite al lavoro del rurale.
b)Facilitazioni nell’accesso al “credito agrario”.
c)Verifica immediata di tutte le cartelle esattoriali equitalia e delle procedure di ogni ipoteca su terreni. Eventuale cancellazione di posizioni debitorie ai limiti dell’usura o derivanti da procedure burocratiche non eque.
d)Cancellazione immediata di ogni vincolo dato dai decreti europei sulla produzione da settore primario.
Il modello di crescita industriale prodotto negli anni successivi all’ultimo conflitto mondiale hanno prodotto solo un eccessivo ed ingiustificato addensamento nelle città. Oggi con la crisi del settore secondario si sono create bolle di disoccupazione giovanile impossibili da occupare se non attraverso la realizzazione di un nuovo ceto agrario, quale sarà reinserito nei contesti rurali abbandonati.

2.A favore della rinascità rurale sosteniamo la formazione di un nuovo ceto agrario e primario:

a)Ogni giovane (o coppia) disoccupato sotto i trentanni potrà fare richiesta per entrare nella selezione del nuovo ceto agrario sostenendo le proprie conoscenze o il settore dove si vorrebbe lavorare: coltivatore diretto, allevatore, pescatore o artigiano.
b)La selezione e la formazione di un nuovo ceto agrario attraverso nuovi principi etnici, di salute, politici e comunitari.
c)Piano di selezione e di recupero graduale dei comuni rurali, siano essi montani, agrari o marini, favorendo il trasferimento del nuovo ceto agrario dove verrà garantita una casa ad ogni nuovo rurale.
d)Una volta trasferito nella località il nuovo ceto agrario formerà una nuova comunità rurale sul luogo. e)Un modello di comunità pienamente socialista, con differenziazione delle competenze già programmata dal ministero, di lavoro cooperativo e collettivo.
f)Ad ogni giovane coppia che richiederà di lavorare come coltivatori diretti verrà garantita terra in abbondanza, almeno quattro ettari, per il sostentamento della famiglia e della comunità.
e)Ad ogni giovane artigiano verrà garantita un laboratorio con le strumentazioni basilari per avviare il proprio lavoro.
g)Ad ogni giovane allevatore verranno garantiti tutti i locali ed i costi di partenza di cui ha bisogno.
Contro il latifondismo, inteso come appezzamento superiore ai 200 ettari.

Contro l’abbandono della nostra terra.

3.Contro lo sfruttamento dei lavoratori e l’abbandono delle terre:

a)Chiediamo la fine immediata del latifondo con l’immediato sequestro e ridistribuzione ai lavoratori che lo hanno fino ad ora lavorato o mantenerlo integro se continuato nella forma cooperativa..
b)Ogni appezzamento sopra i dieci ettari lasciato incolto per minimo dieci anni consecutivi verrà sequestrato e destinato ai nuovi rurali.
c)Le grandi aziende agricole in difficoltà saranno SOCIALIZZATE.
Difendiamo la filiera italiana e grande varietà di prodotti della nostra terra patria.

No alle merci straniere, no ai prodotti transgenici.

Per questo sosteniamo un deciso No agli OGM. Nel nostro territorio sarà vietato il commercio e la coltivazione di qualsiasi prodotto OGM.
Ogni merce straniera competitiva con il nostro mercato agricolo che entra nel nostro territorio deve ricevere una tassazione relativa fino a raggiungere il costo medio del prodotto italiano.
Normative rigide sull’importazione di merci di provenienza straniera ampiamente coltivabili sul suolo patrio.
In difesa delle nostre montagne, dei nostri boschi e delle nostre colline, patrimonio eterno di cui siamo custodi.

4.In difesa della natura:

a)Accorpamento dei parchi regionali con i parchi nazionali come aree naturali protette.
b)Rimboschimento delle aree a rischio frana.
c)Opere di bonifica su tutto il territorio rurale.
d)Tutela del ripopolamento faunistico nelle suddette aree naturali protette e totale divieto di caccia in queste (esclusi casi di sovrappopolamento eccessivo di una particolare specie).
e)Ristrutturazione aziendale, finanziata dallo Stato, al fine di ridurre a zero ogni forma di inquinamento industriale.

5.In difesa degli animali:

a)Settore della Caccia indirizzata specialmente verso le specie dichiarate invasive e prospicienti alle zone urbane.
b)Ogni abuso verso specie protette verrà gravemente punito attraverso norme severe e inappellabili.
c)Abolizione dello sfruttamento animale, le attività di allevamento dovranno rispettare una dimensione di maggiore naturalità. Ciò significa la fine degli allevamenti intensivi disumani per incentivare una maggiore distribuzione dell’allevamento nel nuovo ceto agrario.

Quanto sopra esposto è sicuramente migliorabile e perfettibile ma mi sembra un punto di partenza imprenscindibile per la Rinascita Rurale della Nazione, che secondo il mio punto di vista, è un punto cardine per la Rinascita dell’intera Italia.

Di Davide Serra

Presidente di Sovranità Italiana

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