La libertà di stampa è uno dei tanti diritti sanciti in diverse atti fondamentali. Nella nostra costituzione è sancito all’articolo 21, per la comunità europea è sancito nella Carta dei Diritti Fondamentali della UE e più in generale garantito in tutte le moderne democrazie occidentali.
Bene: abbiamo quindi capito che la Stampa non può essere censurata.
Ma cosa avviene quando è la stampa stessa a censurare qualcuno?
Assistiamo in questi giorni ad un fenomeno sempre più evidente della censura sui Social Network da parte di questi colossi che si assumono addirittura la facoltà di censurare non solo ciò che le persone pubblicano quando offensivo, razzista, lesivo dell’immagine di terzi ecc. (e quello sarebbe anche giusto) ma di censurare politici che parlano nell’esercizio delle loro funzioni o addirittura mentre fanno audizioni parlamentari.
Ora sono certo che tutti già gridano allo scandalo (e se chi lo fa ha certo la mia comprensione) ma la domanda da porsi dovrebbe essere invece un’altra:
Perché la Politica lo permette?
Mentre esistono decine di citazioni in merito al diritto di parola non esiste alcun principio fondamentale che giustifica la Stampa quando è essa stessa a togliere questo diritto a qualcuno.
ed infatti se notate non è che i politici si lamentino più di tanto quando qualche Social o qualche Quotidiano non pubblica correttamente le notizie.
Sovranità Italiana ha inserito nel proprio programma il Garante per la Pluralità di informazione proprio per questo.
Perché se da un lato è giusto che nessuno censuri la Stampa, allora dovrebbe essere giusto che la Stampa censuri qualcuno.
Peggio ancora se censura sempre lo stesso.
Davide Carlo Serra