secondo Wikipedia:

L’economia di sussistenza’ è una tipologia di sistema economico in cui vige un sistema di scambio non monetario, basato sull’utilizzo esclusivo delle risorse naturali in quanto fonte primaria e assoluta per garantire il sostentamento e la sopravvivenza degli esseri umani.

Le tecniche di approvvigionamento del cibo e dei beni che caratterizzano l’economia di sussistenza sono l’agricoltura di sussistenza, la raccolta, la caccia, la pesca e la pastorizia. In questo genere di economia ogni singolo membro della comunità provvede al sostentamento di sé e degli altri tramite la cooperazione, il solidarismo, la condivisione e il dono, in modo tale da garantire la sopravvivenza di tutti i membri della comunità.

«Sussistenza» significa perseguire l’obiettivo di sostenere la propria comunità ad un livello equo e non finalizzato a produrre eccedenze da vendere ai mercati esterni ; in un’economia di sussistenza lo sviluppo economico è minimo e il commercio (o baratto) viene utilizzato per beni di base, e in questo genere di sistema economico non ci può essere nessuna industrializzazione.

Condivido questa descrizione (anche perché è logia e coerente) ma a questo punto dobbiamo chiederci quando è finito questo sistema e come è nato il Denaro.

Ripercorrere la storia della moneta significa rivivere l’evoluzione del primo strumento finanziario capace di essere accettato e riconosciuto dalle masse, attraendo e veicolando la loro fiducia verso i metalli prima, le istituzioni finanziarie ed i mercati poi. Cosi, quando nel VI secolo a.C. Re Creso di Lidia fece coniare la prima moneta metallica partendo da una lega di oro e argento, si compì una rivoluzione silenziosa destinata a cambiare per sempre – o almeno sino ad ora – la storia dell’umanità e dei rapporti commerciali. Alle origini dell’economia le prime comunità iniziarono a dar vita ad un sistema di scambi per lo più bilaterali, ed il metodo utilizzato per gestirli era costituito dal baratto. Il modello cosi strutturato prende il nome di economia naturale, ed è fondato sullo scambio di merci differenti tra due o più soggetti in funzione del vantaggio che ciascun bene può apportare alla controparte. Il successo dell’economia naturale è condizionato dal verificarsi di tre condizioni: contemporanea necessità dei rispettivi beni da parte dei due soggetti, presenza di quantità sufficienti per produrre lo scambio e capacità di equiparare i valori di due beni differenti. Lo sviluppo delle comunità rese il baratto uno strumento sempre meno efficace, manifestando dunque tra gli uomini l’esigenza di individuare un mezzo di pagamento differente dalla merce capace di agevolare gli scambi di realtà sempre più complesse. Il passaggio dall’economia di sussistenza all’economia monetaria ebbe luogo in Lidia, un’antica regione storica situata in Asia Minore occidentale, nelle odierne provincie turche di Manisa e Smirne. Qui, nel VII secolo a.C., Re Creso coniò la prima moneta a partire da una lega di oro e argento.

E allora facciamoci questa semplice Domanda:

Se possiamo scambiarci liberamente una stoffa in cambio di farina perché ora che c’è il Denaro non possiamo farlo?

Eppure non mancano i produttori di stoffa e neppure i produttori di farina così come non manca la stoffa da scambiare e neppure la farina con cui scambiarla.

Manca solo il Denaro per eseguire la transazione perché quello lo dobbiamo chiedere in prestito ad una Banca!

Ma sarà Follia?!

Davide Carlo Serra

Di Davide Serra

Presidente di Sovranità Italiana

Un pensiero su “il Baratto”

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