Da un interessante articolo del Sole24ore leggiamo:

Il ventennio perduto del debito (1974-94)
La quarta fase di boom del debito è quella di cui stiamo ancora pagando le conseguenze. «È il problema veramente aperto», sottolinea Artoni, visto che per la prima volta nella storia d’Italia non stiamo riuscendo a riassorbirlo. Gli sforzi non sono mancati: il nostro Paese è stato l’unico in Europa a chiudere in attivo (al netto degli interessi sul debito) 22 bilanci pubblici su 23 tra il 1995 e il 2017. Nel 2007 siamo riusciti a riportare il “mostro” al di sotto del confine del 100%, ma la Grande Crisi l’ha fatto ripiombare al di sopra del 130% del Pil. Zavorrati verso il fondo dalla spesa per interessi e da una crescita economica anemica, non riusciamo a uscire da questa palude del debito creata in un’altra epoca. Ma vediamo in dettaglio come si sono create le sabbie mobili nelle quali siamo imprigionati.

Ed infatti vedendo l’immagine proposta nello stesso articolo ci sembra di trovare corrispondenza con quanto scritto:

Faccio solo notare che gli eventi in rosso li abbiamo aggiunti noi perché il Sole24ore se lo era fatto sfuggire (verificare per credere Oppss).

il primo evento in rosso è riferito al 1981, anno (ormai famoso) in cui l’allora ministro del Tesoro Andreatta, con un semplice scambio di comunicazione con l’allora governatore della banca d’Italia Ciampi decise di rimuovere il vincolo che imponeva a Bankit di acquistare i titoli di stato rimasti invenduti.

Per spiegare a chi non dovesse saperlo la differenza, diciamo solo che prima del 1981 il Tesoro emetteva titoli di stato decidendo gli interessi che voleva pagare con la certezza che tutti i titoli non venduti sarebbero stati acquistati dalla banca centrale. Dopo il 1981, decadendo tale obbligo, se il tesoro voleva vendere Titoli di stato era obbligato a venderli sul mercato applicando tassi di interesse (che avrebbe pagato alla scadenza) appetibili per il mercato stesso facendo immergere l’Italia nel vortice cui siamo sottoposti ancora oggi della “politica di mercato” che è un errore spiegato molto bene in questo articolo del nostro Matteo Di Marcoberardino.

Il secondo riferimento Rosso invece fa riferimento al 1992 quando l’Italia usci dall’Euro. No: non sono impazzito. Non si chiamava Euro (era lo SME o Sistema Monetario Europeo) ma era un sistema di cambi fissi fra le valute che era (praticamente) come una moneta unica (o l’anticipo dell’Euro). I più anziani fra noi ricorderanno che il governo Amato (non so da chi) impose una tassa “Una Tantum” sui conti correnti proprio per recuperare il denaro necessario a non farci uscire dallo SME cosa che poi accadde quando la Germania ci disse che eravamo “troppo cattivi e spendaccioni” per restare dentro.

Ora (per onestà intellettuale) devo dire che la ragione dell’innalzamento del debito non è stata solo questa. La sconsiderata politica di assistenzialismo cui abbiamo assistito negli anni ha contribuito insieme al drenaggio di denaro da parte delle associazioni Mafiose ed tanti altri motivi.

Ma cosa notiamo da questo grafico (a parte le “dimenticanze” del Sole23ore dico)? (il 23 è voluto perché non la racconta tutta ma anche a questo siamo abituati)

Notiamo una cosa importantissima:
le conseguenze di un cambio di Politica Monetaria non si vedono subito (grazie al risparmio privato) ma si possono vedere anche dopo mezzo secolo (come infatti sta accadendo) e questo spiega perché molte persone non legano il lento declino cui è stata condannata l’Italia alla politica monetaria che (di fatto) innalzato il livello di Signoraggio bancario cui siamo sottoposti.

Per questo Sovranità Italiana propone (fra le altre importantissime riforme) il passaggio ad una Moneta Sovrana che abbiamo già analizzato da un punto di vista tecnico essere fattibile come unico modo per risolvere il problema alla radice.

E’ ora di finirla di pagare 60 miliardi l’anno di interessi a chi stampa il denaro dal nulla per prestarlo allo stato perché si tratta di una cessione di sovranità (che secondo la nostra carta appartiene al Popolo) totalmente inaccettabile!

Davide Carlo Serra

Di Davide Serra

Presidente di Sovranità Italiana

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