Secondo quanto risulta da una analisi della Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti, che non riporto per intero ma pubblico il link per i più tecnici che vogliano approfondire, si conclude dicendo che l’analisi complessiva degli indicatori di pressione fiscale italiani ed il confronto internazionale indicano quanto sia ancora particolarmente elevato il peso del prelievo fiscale in Italia sia a livello macro, con il 42,4% ufficiale e il 48,2% reale, sia a livello micro con un cuneo fiscale del 48% e un total tax rate del 59,1%.

Più o meno nello stesso periodo le nostre Regioni, perché la gestione della sanità è regionale, come apprendiamo da questo resoconto della Agenzia SIR hanno complessivamente portato le le USL dalle 695 del 1978 alle 101 Asl attuali e ridotto i posti letto ospedalieri dai 500mila dei primi anni Ottanta ai poco più di 200mila di oggi. Peccato che più o meno nello stesso periodo di tempo, come possiamo verificare da questo interessante articolo dell’agenzia AGI, per un breve ma significativo periodo 2003-2005 in cui la riduzione del numero di ospedali e posti letto era già in corso ma la spesa pubblica per la sanità ebbe invece un aumento significativo: da 82,3 miliardi di euro a 96,5 miliardi di euro, dal 5,9 al 6,6 per cento del Pil.

Per questo ho la tendenza a non parlare di Covid in termini medici ma in termini politici. siamo un pase di sessanta milioni di abitanti che va in crisi per tremila ricoveri in terapia intensiva? E certo: non abbiamo fatto altro che aumentare le tasse, tagliare la sanità salvo aumentarne il costo e aggiungere spreco su spreco. Ci tengo a far notare che nella sanità paghiamo circa cento miliardi l’anno mentre di interessi passivi sul debito pubblico siamo circa a sessanta destinati a passare a novanta nell’era post epidemia solo per chiarire cosa ci porta via ogni anno la finanza internazionale: se non avessimo quel fardello potremmo spendere qui soldi in sanità e gestire l’epidemia in modo serio senza costringere molti italiani a morire di fame privandoli della possibilità di lavorare.

Ed ecco la cosa che fa veramente male: da un lato sottraggono sempre più risorse derivate dal lavoro degli Italiani per poi “salvarli” con una elemosina (perché di questo si tratta) che nei migliori dei casi copre una percentuale della perdita di un mese dando alle persone l’illusoria percezione di “avere vinto” perché dopo una protesta di piazza si concede loro “di uscire di casa” mentre ci promette “ristori a fondo perduto.”

Se vogliamo chiamarli con il loro nome non sono ristori ma elemosine, ed il nostro attuale presidente del Consiglio non può non sapere che ogni misero euro regalato alle aziende andrà solo ad aumentare il già mostruoso debito pubblico che ci opprime e tutti i nodi verranno al pettine quando la nostra matrigna ci chiederà, a pandemia finita, di rientrare dal debito.

Solo una moneta sovrana può salvare la nazione e questo Draghi lo sa benissimo ma non è suo compito arrivarci.

E’ nostro compito ottenerla.

Davide Carlo Serra

Di Davide Serra

Presidente di Sovranità Italiana

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