Da qualche tempo si prevedeva un aumento dell’inflazione che puntualmente è arrivato. Ma non è arrivato in modo “sano” e cioè derivato da un aumento dei consumi, cosa che indicherebbe una ripresa economica. Si è vero che il nostro PIL salirà del 6% nel 2022 (cosa ancora da verificare del resto) ma dopo essere calato del 9% nel 2019 a causa del problema sanitario che tutti conosciamo, quindi parlare di “crescita” fa quasi ridere. No è invece arrivata causa l’aumento delle materie prime che è sotto agli occhi di tutti, così la benzina è arrivata (oggi) a 1.747 (circa) causa il fatto che il petrolio, dopo aver raggiunto valori negativi (cosa mai accaduta nella storia) per effetto della pandemia è risalito ai valori attuali che lo vedono intorno ai 78 $ il barile.

il grafico sopra è ricavato da uno strumento di Trading On Line per cui direttamente preso dai dati del CME di Chicago e mostra l’andamento del prezzo del petrolio da (circa) il 2005 fino a (circa) la data odierna (25/11/2021). Si vedono chiaramente alcuni punti cruciali che il prezzo ha attraversato con impennate incredibili poco prima della crisi dei sub prime U.S.A. salvo poi crollare a 35 $ circa e riprendere il tipico andamento a zig-zag fino al crollo (non storico ma fuori misura) che lo ha portato a vedere prezzi negativi. (credo unico caso nella storia)

Ora il secondo grafico mostra (direttamente preso dal MISE: Ministero per lo Sviluppo Economico) l’andamento in Italia del prezzo della benzina. Ora distogliamo un attimo l’attenzione dai valori numerici (che non importano molto) ma concentriamoci solo sull’andamento delle due curve (più facile da notare).
Vedete qualche correlazione? Eppure dovrebbe esserci.
Ma soprattutto concentriamoci sul fatto che nel 2008 (a fronte di una materia prima salita a 150 $ il Barile) la benzina aveva toccato il pur considerevole prezzo di 1,25 € al litro mentre a fine 2020 con il petrolio a circa 70 $ il Barile la benzina è arrivata a costare 1,45 € a litro.
Ok abbiamo capito che c’è qualcosa che non quadra, ma ancora non è chiarissimo cosa. Bene: ve lo dico io. I prezzi delle materie prime e dei carburanti non derivano (come vorrebbe una delle più classiche leggi dell’economia) dal rapporto Domanda/Offerta ma da mere speculazioni Finanziarie. E questo è un altro modo in cui la Finanza Creativa pilota il mondo reale per ricavarne profitti anche al costo di distruggere l’economia mondiale della quale ben poco si interessa, a discapito di quando voglia invece affermare.
Questo è uno dei motivi (ma non certo il primo) che ci ha spinti a fondare Sovranità Italiana: per rappresentare quella alternativa che abbia l’intento di rimettere le cose nel giusto posto: una Politica (frutto della volontà popolare) che sia al di sopra di tutto e sottragga alla Finanza il “potere assoluto” che ha da troppo tempo per farla tornare uno strumento al servizio dell’Economia che continua a rappresentare l’unico vero motore che può far vivere e star bene le persone. (tutte le persone)
Obiettivo ambizioso? Certo. Ma è l’unico perseguibile se vogliamo il vero cambiamento.
Davide Carlo Serra