Oramai sono due anni che esistiamo e quasi due dalla fondazione del Partito. Quando siamo entrati in scena molti si sono iscritti al gruppo sull’onda dell’entusiasmo con aspettative esagerate perché il nostro modello non propone “soluzioni rapide” semplicemente perché non ce sono e chi le promette può essere solo ingenuo o in malafede.
Correva l’anno 1981 e l’allora ministro del Tesoro Andreatta scriveva all’allora governatore della Banca d’Italia Ciampi una lettera destinata a cambiare i nostri destini [sole 24 ore]:
«Caro Governatore, ho da tempo maturato l’opinione che molti problemi di gestione della politica monetaria siano resi più acuti da un’insufficiente autonomia della condotta della Banca d’Italia»
il 12 febbraio 1981 questa missiva venne portata a mano da via Venti Settembre a via Nazionale e fu consegnata a mano. Il 6 marzo dello stesso anno partiva un’altra lettera con percorso inverso:
«Caro Ministro, rispondo alla Sua del 12 febbraio, le cui linee di ragionamento mi trovano sostanzialmente d’accordo».
Come sa benissimo chi mi segue io non difendo la Lira, uscita anch’essa riformata dal congresso di Bretton Wood nel Luglio del 1944 quando gli alleati si riunirono per stabilire gli accordi monetari che sarebbero durati poi per poco, perché nel 1971 Nixon vi pose fine sganciando il Dollaro dalla copertura Aurea e fu così che nel dicembre dello stesso anno, i rappresentanti del Gruppo dei Dieci (del quale faceva parte anche l’Italia) si riunirono a Washington, presso lo Smithsonian Institute. Ne nacque il cosiddetto Smithsonian Agreement, con il quale si decise una svalutazione del dollaro del 7,9% fissando un cambio di 38 dollari per oncia d’oro. Tuttavia, non fu ripristinato l’obbligo per gli Stati Uniti di scambiare dollari con oro. Furono anche modificati i tassi di cambio tra le altre monete e si stabilì una banda di oscillazione del 2,25% attorno alle nuove parità.
Sovranità Italiana propone un cambio di paradigma totale del meccanismo monetario Nazionale derivato dalla profonda analisi svolta che ha portato alla definizione del Denaro come un “Indice di Valore Fungibile” che ha portato a sua volta alla costruzione del paradigma MPC (Moneta Pubblica di Cassa) meglio descritto in questo video:
La lunga premessa di questo articolo vuole (tentare di) far capire che i problemi che abbiamo oggi derivano da decisioni del passato. Se un padre di famiglia cambia lavoro gli esiti si vedono nel brevissimo periodo e servono pochi mesi per capire se la decisione presa era giusta o sbagliata. Quando un “uomo di stato” (fra virgolette perché chi ha preso quelle decisioni certo non lo era) prende una decisione le conseguenze (positive o negative che siano) si vedono dopo anni. Nel 1815 fu la Gran Bretagna ad instaurare un sistema monetario denominato “Gold Standard” (poi adottato da tutte le grandi Nazioni) che avrebbe dimostrato le sue lacune grazie alla prima e alla seconda guerra mondiale (cioè circa cento anni dopo) quando cominciarono ad emergere tutti i problemi derivati dall’agganciare il valore del Denaro (per definizione a quantità variabile: per gestire un miliardo di persone ne serve una certa quantità, per gestire dieci miliardi ne serve una quantità dieci volte maggiore) ad una riserva Aurea (per definizione a quantità fissa e limitata) sfociando nel 1944 come già detto nella instaurazione a Bretton Wood del “Gold Exchange” quindi dopo circa 130 anni. Ma questo sistema, ancora basato sulla copertura Aurea, soffriva dello stesso male e lo dimostrò chiaramente nel 1971 quando Nixon, impossibilitato a sostenere le richieste di conversione degli altri stati, sganciò il Dollaro Americano dalla copertura aurea rendendo (de facto) la moneta FIAT (dal latino: sia fatta e cioè senza copertura aurea). Nel dicembre dello stesso anno al G10 raggiunse l’accordo per il sistema attuale ed attualmente accettato praticamente da tutto il mondo.
Ma come mai abbiamo sbagliato così tante volte? Molto semplice: non abbiamo sbagliato: “ci hanno sbagliato!“. Come tutti sappiamo il mondo è sempre stato in mano alle lobbies e la Lobby finanziaria (la più potente di tutte) con questo “giochino” guadagna cifre esorbitanti ogni anno che si traducono in debito pubblico, e quando hai in mano un giochino che ti rende miliardi non hai certo piacere che qualcuno te lo rompa oltre a poterti permettere di comprare quello che vuoi (o chi vuoi).
Se non si capisce questo diventa difficile convincere le persone che i problemi di oggi derivano (tutti) dal fatto che nel 1971 (cioè cinquanta anni fa) abbiamo sbagliato ancora sistema anzi, abbiamo continuato su una politica monetaria profondamente sbagliata, peggiorandolo localmente nel 1981 (quaranta anni fa) con il divorzio di cui parlavo ad inizio articolo e rendendolo CATASTROFICO con l’ingresso nell’Euro (venti anni fa) che ci ha privato dell’ultima arma di politica monetaria a nostra disposizione: la svalutazione (da non confondere con l’inflazione che è un’altra cosa) ed ora dovrebbe essere chiara anche l’immagine di testata:
Come si fa a pensare di riformare un problema così grande e mai risolto in poco tempo?
E non è assolutamente possibile pensare di farlo con delle manifestazioni di piazza tanto belle quanto inutili!
Serve invece raccogliere le persone che vogliono veramente cambiare e che hanno la mente sufficientemente aperta da ragionare sulle cose senza “prendere per buone le verità della televisione” (Cit. Fabrizio De André) per raccoglierle sotto una unica bandiera in modo da contribuire a costruire una forza politica assolutamente pacifica e democratica ma determinata, nata veramente dal basso, che si riproponga di portare a termine una “rivoluzione copernicana” destinata a cambiare il Mondo intero (partendo dall’Italia).
Ma di persone ne servono tante perché per finire il Puzzle i pezzi servono tutti.
Ed uno dei pezzi che mancano potresti essere proprio Tu!
Davide Carlo Serra