Ogni volta che nel mondo avviene un disastro finanziario in merito a qualsiasi cosa (Spread, Borsa, Materie Prime, ecc.) subito decine di esperti si scatenano a trovare le spiegazioni più variegate e devo dire che ogni tanto qualcuno punta il dito sulla giusta direzione ma non avviene spesso. Stranamente tutti cercano il colpevole del disastro finanziario in ambio economico o geopolitico e non lo cercano dove si trova veramente e cioè negli stessi meccanismi finanziari.

Ma partiamo dall’inizio: forse non tutti sanno che questi fenomeni non sono tanto recenti come si potrebbe pensare: infatti la prima “bolla speculativa” di cui si ha memoria fu infatti quella sui Tulipani risalente al 1600.

Si, avete capito bene: Tulipani. la prima bolla speculativa, che si verificò tra il 1634 e il 1637 nell’Olanda del “Secolo d’oro”, dove il tulipano era uno status symbol tra i ricchi mercanti del paese. Tecnicamente si trattò di una bolla dei bulbi di tulipano, che venivano scambiati sulla Borsa olandese già a partire dal 1500. Di fatto, questi bulbi venivano comprati solo allo scopo di rivenderli qualche mese dopo, forti della certezza che il prezzo sarebbe aumentato. Nel pieno della bolla, un bulbo arrivò a costare più dello stipendio medio annuale di una famiglia olandese. Anche persone non abbienti si indebitavano per comprare quello che oggi definiremmo un “future” sul bulbo di tulipano, e lo faceva utilizzando la “leva finanziaria” cioè acquistavano versando solo un acconto con l’impegno di saldare alla consegna al prezzo pattuito, rischiando così di accumulare grosse perdite nella speranza di ottenere grossi guadagni. Il castello di tulipani, però, crollo dopo un’asta andata deserta nel 1637 ad Haarlem: il panico si diffuse tra i proprietari dei contratti dei bulbi che iniziarono a vendere prima che fosse troppo tardi, dando così il via allo scoppio della prima bolla finanziaria della storia

Un’altra “bolla” che la Storia ci riporta fu quella Francese del 1720 detta “bolla del Mississipi”:

Secondo alcuni storici sarà una delle cause della fine dell’impero coloniale francese. Le azioni oggetto di speculazione furono quella della Compagnia del Mississipi, nata per sfruttare le risorse della colonia americana e diretta da John Law. Attirati da una campagna pubblicitaria ad effetto e dalla crescita dei titoli, tante persone investirono i risparmi della vita o si indebitarono per comprare azioni della Compagnia. Quando si capì che le favolose ricchezze del Mississipi non esistevano, il prezzo scese bruscamente fino ad arrivare a zero. Più o meno negli stessi anni scoppiò la bolla dei Mari del Sud, alimentata dal sostegno del governo inglese alla South Sea Company, che costò un ingente capitale anche a Isaac Newton. Magra consolazione, dopo lo scoppio di questa bolla si diede il via alle prime misure regolatorie sui mercati azionari.

Potrei andare avanti parecchio ma non voglio scrivere una enciclopedia: ai nostri fini qualche esempio è più che sufficiente per cui salterò direttamente all’ultima bolla che tutti ricordiamo: quella dei Mutui Subprime del 2008.

Questa è infatti l’ultima bolla finanziaria che che tutti ricordiamo e che nel 2008 culminò nel fallimento di banche storiche come Lehman Brothers. Questa crisi è stata innescata dal crollo del mercato immobiliare americano che scoprì un sistema basato sulla concessione di mutui a persone non in grado di ripagare il debito. Inoltre, questi mutui venivano “impacchettati” e inseriti in strumenti derivati venduti poi sui mercati finanziari di tutto il mondo. Fu così, in parole povere, che il crollo del mercato immobiliare americano diede origine a una delle più grandi crisi finanziarie globali di sempre. Rispetto ad allora, va sottolineato, gli enti che regolano i mercati hanno inserito misure di controllo più stringenti proprio allo scopo di evitare il ripetersi di eventi simili. Alle banche, per esempio, vengono chiesti criteri finanziari più solidi.

Direi che di esempi ce ne sono fin troppi per capire da dove arrivano tute le bolle, ed anche oggi che gli “esperti” si affanno a cercare mille ragioni diverse per l’aumento delle Materie Prime tranne che nel vero posto dove si trova: la speculazione sui Futures.

Anche questa speculazione, come tutte le altre, ci tocca estremamente da vicino perché, come indicato dalle ultime indagini dell’Istat, questo comporterà un aumento medio per le famiglie di 1500 euro l’Anno, per non parlare delle imprese fra cui molte saranno addirittura costrette alla chiusura, fino ad arrivare alla spesa complessiva di 38 miliardi di euro sui quali lo Stato si è affrettato a promettere “interventi sostanziosi” dimenticandosi solo di dire che questi saranno tutti derivati da ulteriore debito per la nostra nazione che pagheremo (come sempre) Noi.

Cominciamo a capire perché Sovranità Italiana è così accanitamente contro la cosiddetta “Finanza Creativa”? Perché fin dal 1600 ma in realtà da molto prima (come abbiamo raccontato più volte in questo giornale) , mentre i Popoli sopravvivono la Finanza specula senza ritegno su ogni cosa causando la rovine di milioni di persone.

Quando inizieremo a guardare nella giusta direzione allora capiremo la vera ragione di tutti i mali del mondo e capiremo che il Denaro è un mezzo, non un fine, togliendo a chi non deve averlo il potere di vita e di morte sull’intero pianeta.

La Finanza deve essere al servizio dell’Economia. Non il contrario.

Davide Carlo Serra

Di Davide Serra

Presidente di Sovranità Italiana

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