
L’intero sistema economico globale ha vissuto negli ultimi anni due shock importanti, derivanti rispettivamente dalla crisi pandemica e, ora, dal conflitto russo – ucraino, il quale non coinvolge semplicemente due Stati, bensì comporta implicazioni di carattere internazionale.
Nonostante ci fosse stato un entusiasmo (ben veicolato sui media) derivante dai risultati economici raggiunti nel 2021 (circa +6% del PIL rispetto al 2020 e una frenata del debito pubblico su cifre attorno al 153%) e del flusso di denaro (a debito) proveniente dal PNRR, la realtà ci riporta con i piedi per terra facendoci assaporare un’amara sensazione, una sorta di retrogusto del quale ancora non capiamo appieno né le forme né la provenienza e che porta il nome di Stagflazione!
Cos’è la Stagflazione?
Termine coniato negli anni ’70 dal ministro britannico Macleod a seguito della crisi petrolifera, sta ad indicare un particolare situazione economica in cui si assiste, contemporaneamente, ad una stagnazione dell’economia e anche ad un’impennata dell’inflazione. In altre parole: crescita quasi nulla con un forte aumento dei prezzi.
“Come è possibile? Ma se la stagnazione si verifica, per definizione, quando la produzione e la ricchezza di un Paese restano pressocché immobili (non crescono e non diminuiscono) mentre l’inflazione è causata da un aumento globale della domanda di beni e servizi, con conseguente aumento dei prezzi. Quindi come è possibile che possano verificarsi entrambe le circostanze?“
Purtroppo, la questione non è semplice come può sembrare, né tantomeno è intuitiva. Vi spiego perché. Le cause della Stag-flazione possono riassumersi al verificarsi di due dinamiche generali di mercato:
- Shock dell’offerta di beni: l’offerta subisce una contrazione e conseguentemente, senza che vi sia un corrispondente aumento della ricchezza generale e del potere d’acquisto, aumentano i prezzi perché il bene/servizio diventa “scarso”, difficilmente “reperibile”. Tale dinamica riguarda essenzialmente l’aumento improvviso delle materie prime.
- Politiche monetarie e fiscali: quando le politiche monetarie e fiscali sono eccessivamente espansive rispetto al periodo in cui vengono applicate, tanto da far aumentare la domanda oltre le possibilità dell’offerta.
Allerta Spoiler: entrambe le condizioni, oggi, sono presenti nella nostra economia e giustificano i timori, non solo di economisti, ma soprattutto dei normali cittadini. Oggi, infatti assistiamo ad una fiammata improvvisa del prezzo delle principali materie prime (petrolio in primis), oltre che da una mancanza insistente di altre commodities (basti pensare alla ormai famosa carenza dei microchip che ha bloccato la produzione di molte aziende, ma anche dell’insufficienza del nichel, alluminio, palladio, ecc.). Oltre allo shock dell’offerta delle materie prime, veniamo anche da un periodo di tassi di interesse pressocché nulli e da un’economia bloccata a causa della crisi pandemica.
Insomma, gli ingredienti ci sono tutti.
Cosa succederà?
La stagflazione è un fenomeno decisamente preoccupante, in quanto gli individui si ritrovano sempre più impossibilitati ad acquistare beni e prodotti perché il loro potere d’acquisto (tradotto, gli stipendi o, in generale, le entrate), risultano insufficienti per via dell’impennata dei prezzi. Quindi da una parte l’aspetto retributivo non migliora e dall’altra i prezzi aumentano; la conseguenza è molto semplice: un generale impoverimento.
Come se ne esce?
Innanzitutto ci auguriamo che la situazione di squilibrio internazionale rientri nei ranghi della “normalità”, arrestando la spirale perversa in atto. In secondo luogo, occorre un mix di interventi per tutelare consumatori ed aziende. Occorrono così controlli su eventuali speculazioni (che in tali circostanze riesco a ben mimetizzarsi), politiche atte a calmierare i prezzi delle principali materie prime, politiche energetiche di rilancio, politiche diplomatiche per l’apertura verso nuovi mercati di approvvigionamento, ritardare l’incremento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, strumenti di sostegno al reddito e alla produzione. E’ ovvio a tutti che non sono soluzioni né facili da mettere in atto né tanto meno a costo zero, ma costituiscono una risposta seria e soprattutto duratura. E’ sempre bene diffidare da chi propone soluzioni semplici ed immediate.