Uno degli argomenti più utilizzati in questi giorni è che la legge di mercato conosciuta da tutti con il nome “Legge del Rapporto” fra domanda ed offerta ha fatto salire il pezzo della Benzina. Questa legge economica infatti esiste da sempre ed è dettata da fenomeni di tipo economico che spingono il prezzo ad alzarsi quando la domanda di un bene qualsiasi si alza rispetto all’offerta che il mercato stesso espone rispetto a quel bene. Questa legge val su qualsiasi bene ed a qualsiasi livello la si analizzi e questo concetto è insegnato fin dalle scuole superiori:

Immagine presa dal libro Gestione Progetto & Organizzazione di Impresa di Ollari-Meini-Formichi utilizzato per insegnare GPOI alle scuole superiori degli Istituti Tecnici.

Come si può vedere dal grafico, volutamente estratto da un testo scolastico, nello studio di questa materia si definiscono due curve dette “Curva di Offerta” e “Curva di Domanda” dalla sovrapposizione delle quali si ottiene l’incrocio che determina il prezzo di equilibrio che si ha in regime teorico di “concorrenza perfetta”. In questa visione il Prezzo di Equilibrio di un bene rappresenta quel prezzo che si ottiene quando la quantità di domanda (in un mercato) e la quantità di offerta (nello stesso mercato) coincidono in regime di concorrenza perfetta: la quantità di domanda è pari alla quantità di offerta.

Ora tutti sappiamo che ci sono delle situazioni anomale rispetto al concetto di concorrenza perfetta e questo può avvenire per molte ragioni alcune delle quali sono:

  • Bene a domanda vincolata
    Si tratta di beni cui il consumatore non può rinunciare. Ad esempio di un telefonino possiamo anche fare a meno o, quantomeno, possiamo tranquillamente rinunciare ad avere l’ultimo modello, ma ai beni primari quali alimentazione, vestiario, abitazione (poco importa se di proprietà o in affitto), mezzo di trasporto, carburante, ecc. ecc. non è possibile rinunciare.
  • Bene ad offerta vincolata
    Questo è il caso dei monopoli: se da un lato possiamo trovare migliaia di fornitori di generi alimentari, di vestiario, di mezzi di trasporto, ecc. ecc. non possiamo trovare la stessa cosa quando ci serve, ad esempio, il carburante per la nostra auto: quello, come tutti sanno, è monopolio di stato. In questo caso chi produce quel bene ha in mano un potere enorme e finché si tratta dello Stato potrebbe anche non essere un problema così grave.
  • Beni esposti alla quotazione pubblica sui mercati finanziari
    E’ questo il caso proprio della Benzina e soprattutto del Petrolio dal quale la Benzina è derivata. IN questo caso interviene un terzo fattore, oltre alla quantità prodotta, che consiste nel prezzo del Future che rappresenta il bene e nel rapporto fra domanda ed offerta del titolo (non del bene)

Ora per avere Petrolio uno stato ha fondamentalmente due alternative: l’estrazione domestica (ed in Italia potremmo estrarne molto più di quanto non facciamo ma per ragioni politiche preferiamo lasciarlo dov’è) oppure comprarlo all’estero. La differenza principale è che sul petrolio domestico lo stato potrebbe decidere il prezzo in base ai costi di estrazione mentre su quello importato no. Deve acquistarlo al prezzo di mercato derivato dalla imposizione dei mercati economici ma (purtroppo) anche quelli finanziari.

L’immagine sopra mostra l’andamento del prezzo del Petrolio dl 2006 ad oggi dove sono perfettamente visibili i picchi massimi (fra cui quello storico massimo dopo la crisi finanziaria del 2008 quando raggiunse i 150 $ al Barile) e minimi (come quello raggiunto durante la pandemia quando arrivò a valori negativi, cosa mai accaduta prima nella storia) per arrivare al valore attuale di circa 100 $ al Barile.

Curva del prezzo della benzina preso dal sito del Ministero per lo Sviluppo Economico

Mentre questo grafico, che più ufficiale di così non si può perché è preso direttamente dal sito del MISE, viene mostrato l’andamento del prezzo della benzina in Italia più o meno nello stesso periodo.

La prima cosa che si può notare è che il grafico è molto meno “spigoloso” e questo può essere interpretato come una sorta di reazione “ammorbidita” del prezzo della benzina al variare del prezzo del petrolio, e siccome si tratta di un monopolio di Stato, appare evidente che il denaro incamerato dall’erario durante le oscillazioni cambia notevolmente in percentuale al costo ma la cosa che salta immediatamente all’occhio è che non esiste alcuna ragione per la quale oggi la benzina debba costare (prezzo letto nel momento della scrittura di questo articolo) 1,98 €/Litro dopo aver superato i 2 euro nei giorni scorsi, quando nel 2008 durante la crisi dei Mutui sub prime Americani (che tutti ricordiamo) il petrolio arrivò a costare 150 $/Barile portando la benzina a 1,46 mentre oggi si attesta intorno a 105 $/Barile.

Ora la nostra “Ragioneria di Stato” (perché più di quello non è) esce con la notiziona che “sta lavorando ad una riduzione di 15 centesimi ed una dilazione delle bollette” che non serve assolutamente a nulla, anche se di fatto costerà allo stato una manciata di miliardi che rappresentano “minori entrare” per le casse dell’erario quindi non una effettiva perdita ma un mancato introito visto che con questi prezzi sta incassando ben più del dovuto.

Per tornare al ragionamento sui prezzi la prima domanda che viene è comunque: come mai i prezzi sono aumentati? Per la Guerra? Anche (forse) ma non solo. Quante volte avete sentito che i grandi produttori di petrolio “pilotano” la produzione per far alzare e/o abbassare i prezzi alla pompa (di estrazione)? Questo è il primo strumento. Ed il secondo che quando capitano queste occasioni i grandi fondi speculativi internazionali non perdono certo l’occasione di spculare acquistando Futures del Petrolio e causandone l’ulteriore salita del prezzo come ho cercato di spiegare in questo altro articolo su questo stesso giornale oppure nel video sotto dove cerco di far capire che la Finanza deve stare sotto la Politica (non sopra)

Questo è avvilente: un governo che non sa cosa fare ci “vende” mere operazioni contabili come “grandi manovre” che solo “grandi economisti” possono concepire mentre potrebbe farle chiunque avendo in mano le leve del potere, tese ad aiutare i cittadini a superare un momento di difficile mentre non fanno altro che continuare a spostare il problema a domani in modo che il prossimo governo possa dire: “E’ colpa del Governo precedente”

Cominciamo a pensare a quello che potrebbe accadere fra mezzo secolo, quando i nostri figli saranno in condizioni tali da maledire il nostro operato di oggi: le possibilità ci sono e le idee anche ma si deve agire.

www.sovranitaitliana.com

Davide Carlo Serra

Di Davide Serra

Presidente di Sovranità Italiana

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