Come funziona l’andamento dei prezzi delle Materie Prime? in realtà la risposta a questa domanda è molto complessa e sarebbe necessario un trattato ma come sempre cercherò di semplificare i concetti per cercare di far capire a tutti determinati meccanismi, iniziando a sottolineare un primo concetto:

Esistono due tipi di Mercato per le Materie prime:
- Mercati Fisici
sono i mercati dove le merci vengono veramente scambiate in pronta consegna (immaginate il Mercato cui siete abituati ad andare nel weekend) ai quali accedono solo gli operatori del settore (il Gas su questi Mercati lo può comprare ENI ma non certo noi privati) - Mercati Finanziari
Dove le merci sono contrattate per una consegna futura. A questi mercati possono accedere tutti ovvero sia gli operatori del settore che gli operatori finanziari o anche i piccoli trader singoli purché abbiano sufficiente capitale da investire.

Vediamo ora quali sono e dove sono questi Mercati:
- CME
il Chicago Mercantile Exchange è probabilmente il più importante mercato di scambio delle Materie Prime energetiche, agricole, carni, metalli preziosi e industriali. - ICE
Intercontinental Exchange, anch’esso Statunitense che gestisce le contrattazioni del Petrolio Brent (i cui prezzi sono leggermente disallineati ma seguono il Petrolio) e mercato di riferimento per le Commodity coloniali. - ALTRI
Ovviamente ne esistono altri (compresa la Borsa Italiana) ma non li cito tutti per semplicità di trattazione.
il Mercato Fisico è semplice da capire: gli Operatori del Settore comprano con contratti “Pronto Termine” le materie prime al prezzo attuale di mercato e pianificano il ritiro.
Diverso è il concetto di Mercato Finanziario, dove le Materie Prime vengono negoziate con Contratti Future. In pratica un acquirente ed un compratore si accordano su uno scambio che avverrà nel futuro (da qui il nome) accettando da subito alcune condizioni fondamentali:
- Quantità
La quantità della merce che sarà scambiata in Unità di Misura della Commodity in questione. Per esempio per il petrolio l’unità di misura è il Barile (circa 160 litri) mentre per le granaglie c’è una unità di misura un po’ complicata, il Bushel, che Negli Stati Uniti, per convenzione, equivale a 27,216 kg di grano; 25,4 kg di mais; 21,772 kg di orzo; 25,301 kg di segale; 14,515 kg di avena; 27,216 kg di soia - Prezzo per unità di misura
E’ questo il prezzo che sarà pagato, in modo del tutto indipendente dall’andamento intermedio, alla scadenza del contratto. Ad esempio se il Futures prevede per il Petrolio un prezzo di 100 $/B alla scadenza l’acquirente riceverà la merce pagandola 100 $/B indipendentemente dal valore raggiunto del prezzo (più basso o più alto) al momento (futuro) della vendita. - Data di Consegna
La data alla quale il venditore si impegna a consegnare fisicamente il bene acquistato al prezzo concordato sul contratto Future.

Questi contratti nascono molto tempo fa (non ci crederete ma i primi contratti Futures risalgono al 1600 circa e con essi scoppiò la prima bolla finanziaria della storia come racconto in questo articolo) a scopo di tutela ed il meccanismo è molto semplice: per tutelare produttore e compratore non c’è in effetti nulla di meglio che fare contratti a scadenza periodica dove ci si accorda a scambiarsi una certa quantità di merce ad un prezzo stabilito. Così (per fare esempi semplici) il produttore di Grano sa sin da ora quanto grano dovrà produrre con la certezza che gli sarà acquistato ad un certo prezzo ed il produttore di Farina sa che avrà a disposizione una certa quantità di materia prima da utilizzare ad un prezzo noto in anticipo e così il produttore di Pane e via dicendo. Inoltre, per ovviare al problema della garanzia (chi garantisce il produttore di Farina che l’Agricoltore gli consegnerà il Grano a scadenza?) si rese necessaria una sorta di “Entità di Intermediazione” che oggi chiamiamo “Cassa di Compensazione e Garanzia“, che doveva servire in teoria a garantire le parti in caso di mancanza contrattuale da parte di una delle due. Siccome non avvengono flussi finanziari alla firma del contratto fra le parti (il bene non viene pagato subito ma alla scadenza) la CCG si tutela chiedendo alle parti stesse dei “margini di garanzia” che potrà trattenere in caso di inadempienza.
Tutto perfetto no? In realtà No perché la Speculazione ci mette sempre lo zampino.
Come sempre accade da quando esiste la Finanza sono nati dei prodotti denominati “derivati” che la Borsa consente di scambiare sui mercati finanziari. In pratica il contratto future reale , che prevede lo scambio di merce e relativo pagamento ad una certa data, può essere contrattato dagli speculatori (di qualsiasi natura: banche, fondi, privati e persino le aziende acquirenti e venditrici a titolo di copertura degli investimenti) che per poter “scambiare” i contratti derivati necessitano di due parti: un venditore ed un compratore. Ora il concetto meramente speculativo è facile da capire: non faccio un contratto sul petrolio per ritirare veramente il petrolio alla scadenza ma compro (o vendo) il derivato per speculare sul prezzo. Se io compro guadagnerò se il prezzo sale mentre se vendo guadagnerò se scende.

Ora il concetto di speculazione sull’acquisto è facile da capire: compro un contratto a 1000 euro, aspetto un mese, se il prezzo va a 1100 lo potrò vendere guadagnando (con mera speculazione) 100 euro. Lo Short è un attimo più complesso e per questo ho citato il titolo del famoso Film di Adam McKay che narra in modo forse un po’ romanzato ma reale la grande scommessa al ribasso sui derivati dei Sub Prime nel 2008 portata a termine con non poche difficoltà dal finanziere Michael Burry.
in pratica si tratta (per chi conosce il termine) delle cosiddette “vendite allo scoperto” che funzionano grossomodo in questi termini: io vendo (senza averlo) un contratto Future sul Petrolio al prezzo di 1000 Euro. Fra un mese, per chiudere l’operazione, avrò bisogno di comprare dal mercato un contratto Future per cederlo a colui che me lo ha comprato. Per questo se (nel frattempo) il Petrolio sarà calato io potrò comprare un contratto dal Mercato a (per esempio) 900 Euro e darlo a chi me lo aveva comprato a 1000 trattenendo la differenza e guadagnando 100 euro.
Chiaro no?
- Se compro guadagno se il prezzo sale
- Se vendo (allo scoperto) guadagno se il prezzo scende.
Quindi?
Quindi il prezzo della Materia prima in questione non dipende (solo) dal rapporto fra domanda ed offerta del bene ma anche (e soprattutto) dal rapporto fra domanda ed offerta del Titolo che rappresenta il bene. Se a causa degli speculatori che scommettono sull’aumento del prezzo del petrolio lo stesso va a 150 $/B lo stesso sarà venduto (sia cash che con Future) al prezzo raggiunto dal Titolo che è stato fortemente influenzato dalla speculazione.
Che rimedio abbiamo per porre fine a questo meccanismo? Impedire la contrattazione Future? Ma assolutamente no! Si tratta di uno strumento utilissimo per creare investimenti di garanzia per le Aziende produttrici ed utilizzatrici. Occorre regolamentare gli strumenti per impedire la mera speculazione. Ma questo merita un altro articolo perché le modalità sono tutt’altro che semplici.
Davide Carlo Serra