L’eccezionale data delle elezioni a Settembre, una mossa strategica da parte del “sistema”?

Raccogliendo in rete queste informazioni è facile poi arrivare ad ovvie conclusioni.

La caduta del governo di Mario Draghi e la decisione di fissare le elezioni il 25 settembre costringerà i partiti ad accelerare i tempi della campagna elettorale e delle incombenze necessarie per presentarsi al voto.

La data scelta per le elezioni consente di individuare alcune scadenze: i partiti dovranno presentare i simboli da inserire nella scheda elettorale tra le ore 8 del 44° giorno e le ore 16 del 42° giorno precedente il voto, quindi tra il 12 e il 14 agosto. Le liste dei candidati e tutti i documenti relativi alle candidature, invece, dovranno essere depositati tra il 21 e il 22 agosto alla cancelleria della Corte d’appello.

L’obbligo che più impegna i partiti (non tutti) in vista delle elezioni è la raccolta delle firme da presentare insieme ai documenti per le liste in pieno agosto dipendendo anche dal rilascio dei certificati elettorali da parte degli uffici pubblici, che in questo periodo dell’anno hanno personale ridotto.

A complicare le cose ci sono due requisiti: le firme devono essere autenticate, quindi raccolte in presenza di sindaci, amministratori locali o funzionari comunali, notai o avvocati, e devono essere di elettori o elettrici iscritti nelle liste elettorali dei comuni che fanno parte del collegio plurinominale in questione. Insomma, non si può firmare per una lista lontano da dove si abita.

In più, dopo il referendum del taglio dei parlamentari, i collegi plurinominali alla Camera sono solo 49 e per presentarsi in tutta Italia servirebbero in teoria almeno 73.500 firme. Ma con le elezioni in anticipo di oltre quattro mesi rispetto alla normale scadenza della legislatura, la legge prevede che il numero delle firme richieste sia dimezzato: devono essere almeno 750 invece che 1.500 per ogni collegio plurinominale. In definitiva, per presentarsi alle prossime elezioni in tutta Italia bisognerebbe raccogliere almeno 36.750 firme per la Camera e 19.500 per il Senato.

Con il decreto Elezioni, approvato a inizio maggio (un caso?) dal Consiglio dei ministri e discusso poi da Camera e Senato in vista delle elezioni amministrative, sono state introdotte alcune regole che limitano l’obbligo di raccolta firme.

In particolare l’articolo 6-bis definisce che possono presentare le candidature senza raccogliere le firme «i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in almeno una delle due Camere al 31 dicembre 2021»: è il caso di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, PD, Movimento 5 Stelle, Liberi e Uguali, Italia Viva e Coraggio Italia.

L’esonero è stato esteso anche ai partiti «che abbiano presentato candidature con proprio contrassegno alle ultime elezioni della Camera dei deputati o alle ultime elezioni dei membri del parlamento europeo spettanti all’Italia in almeno due terzi delle circoscrizioni e che abbiano ottenuto almeno un seggio assegnato in ragione proporzionale», come +Europa-Centro Democratico, o che «abbiano concorso alla determinazione della cifra elettorale nazionale di coalizione avendo conseguito, sul piano nazionale, un numero di voti validi superiore all’1 per cento del totale», come Noi con l’Italia di Maurizio Lupi.

Rimangono molti partiti, dentro e fuori il parlamento, obbligati a raccogliere le firme: per esempio Insieme per il futuro, il gruppo guidato dal ministro Luigi Di Maio dopo la scissione dal Movimento 5 Stelle, Alternativa c’è, che raggruppa altri scissionisti del Movimento 5 Stelle molto critici nei confronti di Draghi, Italexit di Gianluca Paragone, Potere al Popolo, Verdi Europei, Ancora Italia, il Partito Comunista di Marco Rizzo e Riconquistare l’Italia. Anche Azione di Carlo Calenda dovrebbe raccogliere le firme, a meno che non trovi un accordo con un altro gruppo, per esempio +Europa.

E’ strano rilevare che le elezioni politiche si svolgeranno in una sola giornata, non ho memoria storica di ciò.

I partiti di maggioranza hanno preparato una trappola per far sì che i partiti del dissenso non partecipino alla tornata elettorale?

Forse la risposta la sappiamo già, per questo dobbiamo intensificare ancor di più i nostri sforzi per un lavoro di unità e di aggregazione per non dargliela vinta.

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