Viviamo ogni attimo della nostra vita in un perenne conflitto di interessi, l’uno contro l’altro..

Ha senso scindere ogni volta l’opinione pubblica tra chi è a favore e chi è contro?

Serve dividere le persone in fazioni tra buoni e cattivi per una disputa e ridurla come fosse un tifo da stadio dove ognuno sventola la propria bandiera?

Chi ci guadagna?

Cercare di arrivare ad una soluzione di pensiero unanime trovando tutti d’accordo è un traguardo utopico che ha come risultato solo quello di far passare del tempo inutilmente con esiti sterili perché non ci sarà mai concordia.

Al di là di quanto le informazioni fornite dai media possano influenzare l’opinione pubblica, quindi quanto il far parte di una fazione sia effettivamente scaturito da una propria scelta individuale o mediata da altri, sono dell’idea che è compito di “persone saggie” andare oltre, per superare una situazione stagnante che non porta a nulla.

Sul conflitto Russo-Ucraino il nostro governo è schierato, attua le sanzioni, continua a trovare soldi per inviare armi e indipendentemente dall’orientamento del popolo italiano, agisce in nome e per conto, senza nemmeno l’ombra di una rappresentanza democratica (e già qui ci sarebbe da scrivere, ma andiamo oltre…).

Questa posizione deriva da una scelta unanime da parte di tutta la UE e dell’asse atlantista.

Il grande assente

E’ assente però qualcosa molto più importante in tutto questo scenario, qualcosa che una volta era il nostro fiore all’occhiello e ci distingueva come Stato Italiano all’estero.

I cosiddetti “statisti” dove sono? Dico, li hanno pure premiati ….

Bandiera Ucraina e Russa sul tavolo. Negoziazione tra Russia e Ucraina.

Possibile che non è mai stata presa in considerazione e tutt’ora non viene nemmeno accennata l’idea di un tavolo delle trattative ad oltranza?

Possibile che non vi sia una figura “super partes”, riconosciuta da entrambe le parti, per distendere gli animi e giungere a punti di incontro per ristabilire un equilibrio ed un rispetto reciproco.

Scontato che più di una posizione tra due popoli è uno stato d’animo esasperato tra due figure carismatiche ed antagoniste, sono queste le due parti da coinvolgere e convincere.

Non sarò certo io a spiegare che passi deve fare la diplomazia per attivarsi, muoversi e raggiungere lo scopo della fine del conflitto ma, è altrettanto chiaro che questa diplomazia è latitante.

C’è una volontà che questa non ci sia? Perché?

Chi deve dimostrare cosa a chi?

Dall’alba dell’uomo e dopo due guerre mondiali, ancora non sappiamo cogliere gli insegnamenti dal passato?

Da cosa deriva questa smania di potere che, oltre a non sodisfare mai l’avidità dell’avido, rischia di portare solo a chiudere nella propria mano un pugno di polvere? C’è sempre una via d’uscita!

Serve in campo la diplomazia

La diplomazia è l’unica “arma” che “l’Uomo” ha a sua disposizione per una civiltà che vuole evolvere verso una consapevolezza più grande.

Proposte e soluzioni portano sempre a risvolti favorevoli, fossilizzarsi nel tifo ad oltranza invece ci terrà sempre ancorati in una situazione di stallo.

Quindi esorto il singolo cittadino a superare la divisione in cui ci troviamo, per agire uniti in sintonia verso la soluzione e non la condanna, sollecito chi preposto ad attivarsi quanto prima e non indugiare oltre, per il bene nostro e per il bene delle generazioni future.

L’ART. 11 della nostra Costituzione dichiara: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Ma in questi ultimi due anni, hanno bypassato anche questo.

E’ tempo di tornare protagonisti, ognuno nel suo piccolo, è tempo di agire!

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